IT’S ABOUT US IT’S ABOUT EUROPE: RIGUARDA NOI, RIGUARDA
L’EUROPA.
Questo titolo ci porta direttamente al progetto Comenius che
ha visto il nostro istituto coinvolto negli anni scolastici 2013-2015.
Ci accingiamo a tirare le somme di questo biennio di attività
molto intensa che ci ha visto partecipi e protagonisti in Europa, insieme con
la Slovenia, la Slovacchia, la Spagna e la Turchia.
Il tutto è cominciato nell’inverno del 2013, quando i
coordinatori del progetto si sono incontrati in Slovenia per stilare il
progetto stesso.
Nel luglio dello stesso anno il nostro Dirigente Scolastico,
Mariangela Francucci, ci ha informati che il progetto era stato approvato e che
quindi il nostro piccolo istituto di provincia si sarebbe affacciato
all’Europa.
Tante paure e timori ci hanno assaliti, non ci sentivamo
pronti. Saremo stati in grado di
rappresentare il nostro paese, l’ Italia, in Europa? Una scuola di provincia,
insegnanti precari, tante diversità tra plesso e plesso e ordini di scuola?
Ebbene sìi, siamo partiti per questa grande avventura
chiamata Europa.
Da settembre 2013, tutti i docenti e tutti gli alunni, di
ogni plesso e ordine di scuola, hanno cominciato ad appassionarsi a questo
nuovo progetto. All’inizio è non è stato facile riuscire a coinvolgere tutti, molti
di noi non sembravano interessati o mostravano delle reticenze, ma la macchina
era partita e tutti sono saliti a bordo, pronti per il nuovo viaggio.
Un viaggio che non sapevamo dove ci avrebbe portato, che
cosa ci avrebbe dato, quali esperienze avremmo vissuto…ma come dice Machado “il
viaggio si fa andando” r noi siamo partiti.
La prima mobilità in Slovacchia ha rappresentato un momento
di non ritorno, un viaggio pieno di sorprese e ricco di avventure. I pianti a
casa per la nostra assenza, i brontolii dei colleghi che dovevano sostituirci e
preparare lavoretti, gadgets e altro per ben rappresentarci.
I nostri ragazzi per la prima volta in aereo, all’estero,
ospiti in famiglie che non conoscevamo,
con abitudini differenti.
Il paragone continuo con i nostri edifici scolastici,
purtroppo di gran lunga inferiori, una grande amarezza quando giunti nella
scuola slovacca ci siamo fermate davanti alle finestre del dentista, che era
lì, all’interno della scuola per curare i denti degli alunni; e pensare che noi
non abbiamo neanche il medico scolastico.
L’accoglienza fatta in un’aula magna con palco, che sogno,
anche noi vorremmo avere tutto questo!!!
La seconda mobilità si è svolta nel febbraio 2014, a Gran
Canaria, e anche qui scuola super, ricca di spazi, laboratori, aula magna,
palestra e campi sportivi. Anche qui i nostri ragazzi sono stati ospitati da
famiglie locali e hanno mostrato di essere all’altezza della scelta effettuata,
hanno saputo comportarsi decorosamente mostrandosi aperti e responsabili.
La terza mobilità si è svolta ad Istanbul, in Turchia, dove
abbiamo creduto opportuno non portare con noi i ragazzi in quanto la scuola si
trovava nella parte asiatica e noi saremmo state nella parte europea della
città. Qui abbiamo toccato con mano la storia che abbiamo studiato sui libri di
scuola, abbiamo respirato cultura e tradizioni diverse dalle nostre. Anche qui
la scuola, seppur ubicata in un vecchio edificio, ha rappresentato per noi
tanta amarezza con i continui paragoni
continui con la nostra, dove non ci sono aule magne, nessun palco per recite e
rappresentazioni di vario genere, nessuno spazio idoneo per favorire l’attività
sportiva.
Ad ottobre 2014
abbiamo ospitato tutti i nostri partners europei a casa nostra, cercando di
mostrare ciò che abbiamo di più caro e storicamente e culturalmente importante.
Le nostre scuole non hanno né gli spazi né le strutture che avevamo invidiato
alle scuole precedentemente visitate, ma abbiamo utilizzato le risorse che da
sempre connotano la scuola italiana e che nonostante tutto la rendono una delle
migliori al mondo:creativtà, competenza, impegno. Abbiamo organizzato
laboratori, di pittura e di cucina. Pasta e pane, come da migliore tradizione
italiana. rappresentato un fattore
positivo in termini di strutture e spazi ma il nostro calore, la nostra
ospitalità e la nostra storia ci hanno aiutato molto. Abbiamo sfruttato la nostra risorsa più
importante, l’ambiente verde e protetto
che ci circonda, facendo escursioni , manifestazioni e giochi all’aperto. Abbiamo
organizzato spettacoli dentro le nostre scuole coinvolgendo gli alunni di tutte
le età che hanno esibito non solo l’istrionismo italiano ma la sottesa
preparazione artistica, musicale e
teatrale che è risultato di una grande preparazione professionale. E poi l’aiuto più importante, la nostra storia, dal
castello di Nerola a Villa d’Este di Tivoli ,alle ricchezze di Roma, condito
dai nostri piatti tipici, locali e nazionali, il nostro calore e la nostra
ospitalità.
Infine siamo partiti per la Slovenia, in un piccolo paesino
che ci ha accolto con tanto affetto. Anche qui la scuola era eccezionale, tanto
spazio per i ragazzi, arredi nuovi, aule spaziose e luminose, un parco esterno
organizzato per ogni attività sportiva: pallavolo, pallacanestro…
Anche qui le visite culturali hanno avuto un peso
importante; i nostri ragazzi sono stati ospitati presso famiglie locali ed
hanno avuto riscontri molto positivi dal punto di vista culturale e
linguistico.
Cosa abbiamo ricevuto come docenti?
Abbiamo visto nuovi metodi di insegnamento-apprendimento,
basati maggiormente sull’aspetto pratico e laboratoriale, di qui riflettuto sulla
nostra didattica orientandoci di più sui
gruppi di lavoro e sul cooperative learning. Non a caso il nostro Dirigente
Scolastico ha organizzato un corso per tutti i docenti al fine di comprendere
questa nuova metodologia ancora poco conosciuta da alcuni e poco adottata da
altri. Dal punto di vista linguistico abbiamo capito che si deve dare
maggiormente spazio all’operatività della lingua, facendo dialoghi, dibattiti,
guardando films e ascoltando musica. Certamente noi non abbiamo né i laboratori
né gli strumenti necessari per svolgere tali attività ma ci siamo resi conto
che riusciamo con poco a raggiungere tanto perché tutti i docenti del nostro
Istituto si mostrano sempre disponibili e collaborativi e con la nostra buona
volontà sopperiamo alle mancanze strutturali che purtroppo non dipendono da noi,
come abbiamo dimostrato nella settimana in cui abbiamo ospitato.
Cosa hanno ricevuto i nostri studenti?
Hanno conosciuto nuovi paesi, nuove lingue e nuove culture,
hanno potuto confrontarsi con coetanei di altri paesi europei, hanno vissuto
con loro esperienze indimenticabili. Si sono sentiti studenti europei.
Lavorando per raggiungere i diversi obiettivi stabiliti dal
progetto stesso hanno affinato delle conoscenze sull’Europa e sui paesi
appartenenti al progetto,ma non solo, hanno approfondito lo studio della musica
imparando gli inni d’Europa suonando il flauto e cantando la canzone del
progetto nelle differenti lingue del partneriato, hanno affinato le loro
competenze artistiche preparando disegni e libri illustrati da portare in dono
ai nostri partners europei, realizzando il logo vincitore del progetto.Hanno
riflettuto sull’idea dei Europa, ne hanno conosciuto l’origine storica e
mitologica, i progetti, i valori su cui si fonda, i problemi e le prospettive
future.
Hanno potenziato le competenze digitali pubblicando sul blog
foto e video, realizzando i differenti video pubblicati, creando varie e
numerose pubblicazioni in ppt per far conoscere la nostra scuola, i nostri tre
paesi, la nostra nazione Italia, la nostra religione e le differenti attività
didattiche.
A livello linguistico hanno potenziato l’utilizzo delle
lingue inglese e spagnola, ospitando ed essendo ospitati, ma anche creando
gruppi su social network a cui hanno aderito liberamente senza alcun
suggerimento da parte degli insegnanti.
A livello sociale? Abbiamo tutti amici europei con i quali
abbiamo stretto rapporti durevoli che nessuno e niente potranno cancellare,
tutti quanti noi ricorderemo i nostri amici Comenius e da grandi i nostri
alunni diranno ai loro figli “lo sai io ho degli amici in Slovacchia, in
Slovenia, in Spagna e in Turchia”; “quando ero a scuola ho incontrato ragazzi e
insegnanti stranieri, sono venuti nella mia scuola, a casa mia e io sono andato
a casa loro” e racconteranno storie, episodi, trasmettendo , con leggerezza,
valori e sogni dell’Europa….
Ci sarà ancora? Sarà diversa? Avrà cambiato nome? Per ora
noi sentiamo di appartenere a questo vecchio continente ricco di storia e
cultura. Come i Romani di tutto l’Impero ,con orgoglio ma anche sicurezza ed
appartenenza amavano dire, con Cicerone “Civis romanus sum”, con gli sessi sentimenti
, noi ci diciamo cittadini d’Europa.